Il problema delle emissioni odorigene generate da allevamenti zootecnici è spesso motivo di contenziosi mossi da chi risiede nelle vicinanze di questo tipo di stabilimenti. La criticità si è particolarmente intensificata con l’aumento degli allevamenti e con l’estensione delle aree residenziali verso aree rurali a tradizione agricola e zootecnica.
Benché le emissioni odorigene sgradevoli non siano necessariamente associabili a rischi di tipo tossicologico, permane il problema della bassa accettabilità sociale della molestia olfattiva, che incide negativamente sulla “qualità della vita” delle popolazioni interessate.
In realtà gli odori prodotti dagli allevamenti non costituiscono un problema tossicologico, in quanto i composti responsabili sono dei metaboliti della degradazione microbica delle deiezioni, presenti in concentrazioni molto basse (con l’eccezione dell’ammoniaca).
L'emissione di composti volatili maleodoranti comune a una molteplicità di processi industriali e le problematiche di accettabilità sociale di alcune categorie di impianti hanno indotto il legislatore a porre le basi normative per una politica più razionale di regolamentazione delle attività “odorigene” anche attraverso l’impostazione di rigorosi indici di qualità dell'aria, oltre che di puntuali metodi di misura e valutazione degli odori.
I composti odorigeni individuati negli allevamenti sono molteplici e derivano da diversi fattori quali mangimi e cute degli animali, ma prevalentemente dalle loro deiezioni che hanno origine dagli elementi nutritivi.
I principali gruppi di composti odorigeni sono:
Ci sono numerosi studi volti a individuare e quantificare i composti odorigeni negli allevamenti, ma non è, in sostanza, possibile individuare in modo univoco i composti chimici indicatori dell’impatto olfattivo.
Negli allevamenti zootecnici gli odori possono derivare da tutte le fasi in cui vi è presenza e movimentazione degli effluenti: dal ricovero degli animali, allo stoccaggio, trattamento e utilizzazione agronomica degli effluenti stessi.
I reflui zootecnici, o effluenti zootecnici, sono l'insieme dei rifiuti prodotti da un allevamento di animali e composti dalle deiezioni solide e liquide (feci e urina), da eventuali materiali solidi di origine vegetale usati come lettiere, da acqua di bevanda e di lavaggio, da resti di alimenti non utilizzati.
Le emissioni di odori dipendono fortemente dalle condizioni climatiche e sono quindi estremamente variabili non solo nel corso delle stagioni, ma anche durante le singole giornate.
Nel caso dei ricoveri, ad esempio, esse dipendono dalla variazione nei regimi di ventilazione, che nel periodo estivo possono essere anche di 10 volte superiori a quelli del periodo invernale. La presenza delle strutture di ricovero degli animali e di stoccaggio delle deiezioni è permanente ed è quindi possibile che il fastidio olfattivo persistente e prolungato attribuibile a queste fasi risulti molto impattante sui residenti.
Anche il tipo di alimentazione adottata ha la sua influenza sulla componente odorigena.
Le strategie più efficaci per il controllo degli odori nel settore zootecnico sono quelle di tipo preventivo e gestionale, ma anche le tecniche di abbattimento a valle, con appositi dispositivi di trattamento possono essere un valido aiuto alla soluzione delle criticità di emissioni odorigene.
In questa analisi tralasciamo gli aspetti legati al benessere degli animali e sottolineiamo che gli interventi gestionali possono consentire un efficace contenimento dell’impatto olfattivo dei locali di allevamento. Questi riguardano soprattutto il mantenimento di un buon livello igienico e di pulizia della stalla, associato a sistemi di rimozione rapida delle deiezioni e a un’efficace ventilazione.
Ove tutto questo non sia sufficiente, la riduzione degli odori molesti può avvenire con specifiche tecniche di abbattimento che prendono in considerazione il trattamento dell’aria in uscita dagli stabilimenti e sfruttano la tecnologia delle barriere osmogeniche.
Questa tecnologia è un’ottima soluzione quando si deve intervenire su un’emissione non pericolosa, ma molesta.
Nel settore in questione ci troviamo sempre in questa condizione ed è per questo che tecnologie più sofisticate vanno attentamente valutate dal punto di vista economico.
La barriera osmogenica prevede l’utilizzo di un sistema di nebulizzazione costituito da:
Entrambi i sistemi sono progettati per alimentare una rete di ugelli di idonea portata, in grado di distribuire le proprietà neutralizzanti di specifici prodotti.
La strategia di intervento deve tener conto di diversi aspetti, quali:
Queste caratteristiche possono variare in funzione alla sorgente, sia essa diffusa o convogliata.
Per questo tipo di impianti vengono utilizzati dei prodotti deodorizzanti utilizzati per il controllo e l’abbattimento degli odori.
I prodotti Labiotest sono testati e garantiti per l’utilizzo anche in ambienti di lavoro. Per una scelta “green” abbiamo deciso di non proporli per l’utilizzo nelle aree interne degli allevamenti dove sono presenti gli animali in modo tale da garantire sempre il loro benessere.
La tecnologia della barriera osmogenica può essere utilizzata sia per il trattamento delle emissioni diffuse che convogliate:
La tecnologia di abbattimento delle emissioni diffuse mediante sistemi di nebulizzazione di acqua o di emulsioni con/senza additivi, viene indicata come BAT nei documenti sulle migliori tecniche disponibili (BAT Conclusion).
La riduzione delle emissioni odorigene dalle vasche di stoccaggio degli effluenti può essere efficacemente ottenuta diminuendo la circolazione dell’aria sulla superficie esposta, mediante varie forme di copertura.
Le soluzioni possibili vanno dalle più semplici (favorire la formazione di croste superficiali naturali, coperture flottanti) alle più “ingegnerizzate” come le coperture fisse.
Nel caso di strutture di stoccaggio esistenti, specie nel caso dei lagoni, questi interventi risultano tecnicamente ed economicamente problematici.
Invece, per le vasche di stoccaggio di nuova realizzazione la copertura della struttura è una opzione praticabile ed efficace non solo per la mitigazione delle emissioni odorigene, ma anche di quelle dell’ammoniaca, che costituisce un altro importante inquinante.
Al fine però di garantire la mitigazione delle emissioni odorigene che si possono generare durante le fasi di carico e scarico dei liquami o, dove non è possibile la copertura, è possibile trattare l’area con dei sistemi di nebulizzazione mobili che vengono posizionati dove ve ne sia la necessità.
I requisiti che deve avere una realtà industriale per l’ottenimento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale sono indicati nel D. Lgs 152/2006. Uno di questi è l’attenzione all’ambiente nel suo complesso.
Di fatto tutte le attività devono conoscere il loro impatto olfattivo, al fine di ridurlo. In particolare gli allevamenti che, come abbiamo sottolineato, presentano indubbiamente degli impatti legati agli odori emessi.
I riferimenti normativi specifici si trovano sul sito di LOD, il laboratorio di olfattometria dinamica del Gruppo Luci con il quale collaboriamo stabilmente.
Le attività di allevamento sono una fonte innegabile di molestia olfattiva.
Per fronteggiare il problema occorrono sia tecniche di mitigazione sostenibili che metodi standardizzati di valutazione dell’impatto odorigeno, che consentano di stabilire l’efficacia delle tecniche e di individuare le strategie di gestione.
Le normative impongono provvedimenti specifici agli allevatori per poter convivere senza troppi contrasti con gli abitanti degli insediamenti più vicini, e sono indotti a porre sempre maggiore attenzione alla riduzione dell’impatto olfattivo della propria attività.
Le barriere osmogeniche sono quindi un’ottima soluzione nel trattamento degli odori negli allevamenti che garantiscono buone efficienze di abbattimento sia per le emissioni convogliate che per quelle diffuse.
La “responsabilità sociale” di una impresa richiede sempre più attenzione alle tematiche ambientali, rispondendo alla domanda di qualità di vita proveniente dal territorio in cui opera; responsabilità che rende imprescindibile l’affrontare il tema dell’odore legato alle proprie attività produttive, introducendo conoscenze e tecnologie oggi disponibili.