Settore
Attività
Ubicazione impianto
Criticità emissiva
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Gli allevamenti di animali possono essere distinti, a seconda del tipo di orientamento produttivo, in due tipi:
Le emissioni maleodoranti in questi allevamenti sono legate ovviamente alla presenza degli animali ed alle loro deiezioni e la vicinanza tra le stalle e le abitazioni è un tema di grande rilevanza, poiché incide direttamente sulla salute e sul benessere degli abitanti delle zone circostanti.
Esistono diverse normative di livello nazionale, regionale e locale che regolano le distanze tra le stalle e le residenze.
Fra queste ci sono:
Inoltre, le normative regionali e comunali stabiliscono distanze miche che variano a seconda di:
Queste normative sono state elaborate per ridurre al minimo il rischio di inquinamento atmosferico e acustico, nonché per prevenire eventuali situazioni di conflitto tra attività agricole e residenziali.
Tuttavia, Stato e Regioni non hanno emanato normative cogenti “universalmente valide” da applicare ai singoli Comuni, ma si limitano a fornire “… indicazioni volte ad individuare migliori soluzioni per minimizzare l’impatto e promuovere una buona convivenza tra realtà agro-zootecniche e insediamenti urbani …” ovvero linee guida di cosiddetta good practice.
Questo comporta che di volta in volta si debbano affrontare i problemi di emissioni degli allevamenti con un approccio specifico, come abbiamo fatto nel caso che descriviamo di seguito.
Un’azienda di allevamento suini a ciclo chiuso con sede in Emilia Romagna, ci ha contattati in quanto i residenti della zona si lamentavano da tempo per i cattivi odori provenienti dallo stabilimento.
Le emissioni maleodoranti si sviluppavano in due aree specifiche:
Per ridurre gli odori molesti provenienti dalla porcilaia siamo partiti prendendo in considerazione il trattamento dell’aria in uscita dalle aperture posizionate sui lati dello stabilimento e dai portoni.
In questo caso la soluzione individuata è quella che sfrutta la tecnologia delle barriere osmogeniche.
Si tratta di un’ottima soluzione quando si deve intervenire su un’emissione non pericolosa, ma molesta. Come già illustrato anche in questo caso di abbattimento odori, nel settore degli allevamenti ci troviamo quasi sempre condizioni di questo tipo e perciò si sceglie di non adottare tecnologie di abbattimento più complesse ed onerose.
Dopo aver studiato la situazione ed elaborato un progetto personalizzato per la criticità emissiva del cliente, abbiamo installato un nuovo impianto di nebulizzazione a barriera osmogenica per il trattamento della porcilaia.
L’allevamento è composto da 9 edifici di cui 2 dedicati all’accrescimento degli animali che hanno 22 ventilatori in totale per l’estrazione dell’aria. Tutti i ventilatori sono dello stesso tipo e funzionano contemporaneamente per garantire un adeguato ricambio d’aria.
In questo caso abbiamo installato gli ugelli direttamente sugli aspiratori: quattro ugelli per ventilatore alimentati da un sistema HPS evo.
Gli ugelli fissati al portone vengono invece alimentati da un impianto dedicato HPS midi Fresh.
Le due vasche di stoccaggio liquami si trovano una accanto all'altra. In determinati periodi dell'anno questi liquami vengono pompati in un trattore cisterna e distribuiti nei campi.
Quando però vengono mescolati e pompati nella cisterna, il rilascio di cattivi odori è considerevole e prima del nostro intervento veniva avvertito dai residenti nelle aree circostanti.
Per offrire al cliente una soluzione a questa criticità abbiamo proposto il nostro sistema mobile di nebulizzazione ad alta pressione La.Biofog 400 su Skid in grado di essere agevolmente spostato all’interno dell’impianto ove ve ne sia la necessità.
Il sistema La.BioFog 400 è stato posizionato tra le due vasche ed alimentato direttamente dall'allevamento e attraverso di esso vengono nebulizzati specifici prodotti deodorizzanti.
Attraverso l’utilizzo dei nostri sistemi di abbattimento degli odori, il cliente ha riscontrato un significativo miglioramento delle criticità odorigene e non ci sono più state lamentele dal vicinato.
Visti i risultati ottenuti, l’azienda ha deciso di adottare anche per alcuni degli altri capannoni la stessa tecnologia a barriera osmogenica.